Manzoni e Romanticismo : il rapporto che vede legato lo scrittore milanese al nuovo movimento letterario nato come l’antagonista dell’Illuminismo francese. Leggiamo insieme dell’adesione di Manzoni al Romanticismo.
Fu la Germania a strappare il primato della cultura europea alla Francia e a Parigi tra la fine del’700 e i primi anni dell’800. Il paese, infatti, diviene la grande fucina in cui prende il via il nuovo movimento culturale chiamato Romanticismo. Si trattava di un movimento di “reazione” all’Illuminismo che opponeva alla massificazione che si stava producendo il concetto e una voglia di libertà dei singoli individui; inoltre promuoveva il fascino del misterioso e tendeva promuovere l’artista come l’unica figura umana capace di attingere con profitto dalla sfera dell’ignoto e del mistero. Naturalmente la diffusione di questo nuovo movimento espatriò per diffondersi largamente anche nella stessa Francia e in Italia dove, però, la sua affermazione “soft” si accompagnò a sentite riflessioni e critiche da parte dei classicisti ancora molto legati alle forme letterarie dei secoli addietro. Alessandro Manzoni, sebbene non avesse l’abitudine di partecipare ai dibattiti e agli scontri polemici tra romantici e classicisti, aveva certamente abbracciato il nuovo movimento culturale. Grazie alla sua conversione religiosa, lo scrittore era passato dall’espressione di un concetto vago di Dio e dalle critiche alla Chiesa ad un approccio nuovo di apertura della fede Cattolica: ne era scaturito inoltre, l’abbandono di un’impostazione di pensiero saldamente legata ai lumi della ragione e della logica a favore di un ragionamento ora più aperto verso il sentimento, il mistero e l’inspiegabile. Manzoni, quindi, tramutò anche il suo modo di fare letteratura accostandosi alle idee romantiche e comprendendo come un poeta poteva definirsi tale solo se riusciva a sentire e ad esprimere i sentimenti e i valori romantici che scaturiscono direttamente dal cuore. E’ da segnalare, però, come lo scrittore italiano divenne un romantico molto originale: infatti, se la conversione religiosa lo aveva portato ad accettare finalmente Dio, il pensiero dell’ignoto e l’idea dell’inspiegabile, il suo modo di ragionare rimaneva in parte ancora legato ad un’impostazione illuminista. Ciò significa che il suo ragionamento, benché consapevole che non tutto può essere spiegato, era sempre alla costante ricerca del significato logico e reale delle cose.
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