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La Peste ne I Promessi Sposi

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Category: Promessi Sposi: Tematiche: Peste



La Peste inizia a manifestarsi con l’ammalarsi della gente di mali strani, sconosciuti e violenti. Ne I Promessi Sposi la peste è protagonista di un’ampia parte della narrazione in cui le descrizioni si concentrano sulle sofferenze della popolazione.


Ne I Promessi Sposi la peste viene descritta in tutta la sua gravità.
Manzoni ci parla dei suoi sintomi che vengono riconosciuti subito da un medico, Lodovico Settala, che nonostante la capacità di aver individuato il primo focolaio non ottiene la dovuta attenzione da parte delle autorità. Avviene così una serie di eventi, ossia lo strano passaparola trai funzionari pubblici, che rallentano i sopralluoghi nelle terre di Lecco fino a portare ad un responso del tutto sbagliato: non si trattava di peste.
Ma naturalmente peste era davvero e l’epidemia si diffonde velocemente iniziando subito a mietere vittime.
Le feste pubbliche, che comportano grandi assembramenti di persone, rappresentano la situazione ideale per una diffusione rapida della malattia: ci riferiamo agli accadimenti festaioli seguiti alla nascita del principe ereditario di Spagna che aveva diffuso ilarità in tutti i territori dominati dagli spagnoli. 
Ovviamente al moltiplicarsi dei morti il tribunale inizia a prendere i primi provvedimenti, anche se sempre con estrema lentezza. Il Manzoni segue l’ingresso a Milano di un soldato italiano di rientro dalla Spagna che fu il vero portatore del morbo all’interno della città: ci parla del suo ricovero, della morte e della distruzione in un rogo degli indumenti e del materasso su cui lo stesso era giaciuto per alcuni giorni all’interno dell’ospedale. Ma successivamente l’autore si sofferma anche sulla lentezza con cui l’obbligatorietà di incendiare masserizie e vestiti dei malati era stata resa obbligatorio verso tutta la popolazione: tale disposizione era creduta come eccessiva e la distruzione della roba uno spreco nei confronti della carestia che era tra l’altro diffusa.
Molto toccante è la descrizione che Alessandro Manzoni fa ne I Promessi Sposi della peste soprattutto verso quello che è l’aspetto più crudo: gli effetti sulla popolazione. Sono toccanti le descrizioni dei cadaveri, delle condizioni in cui questi versano ammucchiati sui carri guidati dai monatti o semplicemente abbandonati lungo le strade. Colpiscono la descrizione dei roghi, delle tumulazioni di massa sotto i fiumi di calce o ancora le situazioni di miseria e degrado in cui i pochi sopravvissuti sono costretti a vivere.
Manzoni, inoltre, passa in rassegna tutti gli strati sociali della città parlandoci delle condizioni estreme in cui vertono anche i ricchi e i nobili: molto interessante è la narrazione delle differenze di come ogni classe sociale si confronta con il male, come lo interpreta. 
Ma fondamentale nella descrizione della peste è anche l’inserimento nella narrazione del Lazzaretto, un luogo inteso nella duplice veste di luogo di confine tra la vita e la morte dove la speranza di sopravvivere grazie alle cure si mescola con la disperazione che inevitabilmente accompagna la consapevolezza della malattia.