Pescarenico è il paese natio di Renzo e Lucia, i due protagonisti, e contrariamente a quanto si possa pensare non è un luogo di invenzione. Infatti ha un’ubicazione ben precisa insieme a molti altri luoghi descritti dal Manzoni all’interno del romanzo.
Pescarenico è un luogo esistente che si trova sulla riva sinistra del fiume Adda. Insieme ad esso è esistente anche il convento dei frati Cappuccini che un tempo sorgeva appena fuori il centro abitato e che, al tempo del Manzoni, sorgeva ancora pur non essendo più di proprietà dei religiosi. All’interno del secondo capitolo, dove il luogo viene presentato al lettore, la descrizione del “paesaggio” viene eseguita attraverso la caratterizzazione della gente che lo abita: emerge, così, che la grave e diffusa miseria è uno degli elementi maggiormente caratterizzanti la vita di questo posto e che la campagna, altra componente predominante, è divenuta scarna e sterile nonostante il lavoro duro portato avanti dai contadini. L’inizio del romanzo vede un’immediata contestualizzazione della vicenda nei luoghi che contornano il Lago di Como: l’autore fa una descrizione dei posti con l’obiettivo di collegare la storia con il contesto stesso, ma anche con l’obiettivo di rafforzare il carattere verosimile della vicenda narrata. Inoltre viene specificato anche un tempo ben preciso in cui la storia viene fatta iniziare: il 7 Novembre 1628. L’obiettivo di Manzoni è quello di legare inevitabilmente tutti i protagonisti a alcuni luoghi secondari, come il convento dei frati Cappuccini, il palazzo di on Rodrigo, e altri avvenimenti al posto iniziale da cui tutto ha avuto origine: Pescarenico. Inoltre, altra importante funzione assunta dal piccolo paese è quella di rendere lo stato economico e sociale che lo caratterizza simbolo della condizione di semplicità e innocenza dei suoi abitanti protagonisti: si parla di miseria, semplicità estrema, vita morigerata e assoluto rispetto della tradizione religiosa cattolica.
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