Parafrasi "Addio Monti..." (Capitolo 8)
Addio Monti nascenti dall’acqua, ed innalzati al cielo; vette differenti, conosciute a chi è maturato tra voi, e segnato nella sua mente, non di meno dell’aspetto dei suoi più conosciuti, ruscelli, dei quali si capisce il fragore, come la rinomanza delle voci di casa; borghi sparsi e albeggianti sulla pendice, come un gregge di pecore che pascolano; addio! Quanto è sconfortante il passo di chi, è diventato adulto tra di voi, e adesso se ne allontana. Alla voglia di quello stesso che se ne va di proposito, preso dalla fiducia di fare fortuna altrove, svaniscono, in quel istante, le illusioni dell’abbondanza; egli si stupisce della decisione, e ritornerebbe indietro, se non immagina che, un dì, ritornerà ricco. Più avanza nel piano, più il suo occhio si chiude, schifato ed esausto di quella estensione monotona; l’aria gli sembra pesante e morta; si addentra triste e distratto nelle città movimentate; le case aggiunte a case, le strade che fluiscano nelle strade, sembra che gli tolgano il fiato; e dinanzi agli edifici ammirati dallo straniero, immagina, con brama smaniosa, alla terra del suo paese, alla dimora cui ha già posato gli occhi da tanto tempo, e che acquisterà, ritornando ricco ai suoi monti.
Ma chi non aveva mai spinto di là da quelli neppure un desiderio fuggitivo, chi aveva composto in essi tutti i progetti del futuro, e n’è intagliato lontano, da una forza perfida. Chi, diviso un tempo dalle consuetudini amate, e infastidito nelle più interiori aspettative, lascia quei monti, per dirigersi in cerca d'estranei che non ha mai ambito d'incontrare, e non può con l’inventiva sopraggiungere ad un attimo stabilito per il rientro! Addio, casa natia, dove, sedendo, con un idea occulta, si apprese a scindere dal rumore dei passi comuni il rumore d’un passo atteso con un oscura paura. Addio, casa ancora straniera, casa sogguardata tante volte alla fuga, passando, e non senza vergogna; nella quale la mente si illustrava una dimora calma e perenne di sposa. Addio, chiesa, dove l’animo ritornò tante volte felice, inneggiando le lodi del Signore; dov’era giurato, preparato una funzione; dove il sospiro nascosto del cuore doveva essere austeramente consacrato, e l’amore essere ordinato, e chiamarsi santo; addio! Chi dava a voi tanta felicità è per tutto; e non disturba mai la felicità dei suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande.
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Testo originale "Addio Monti..." ( Cap. VIII)
Addio, monti sorgenti dall'acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l'aspetto de' suoi più familiari; torrenti, de' quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana! Alla fantasia di quello stesso che se ne parte volontariamente, tratto dalla speranza di fare altrove fortuna, si disabbelliscono, in quel momento, i sogni della ricchezza; egli si maraviglia d'essersi potuto risolvere, e tornerebbe allora indietro, se non pensasse che, un giorno, tornerà dovizioso. Quanto più si avanza nel piano, il suo occhio si ritira, disgustato e stanco, da quell'ampiezza uniforme; l'aria gli par gravosa e morta; s'inoltra mesto e disattento nelle città tumultuose; le case aggiunte a case, le strade che sboccano nelle strade, pare che gli levino il respiro; e davanti agli edifizi ammirati dallo straniero, pensa, con desiderio inquieto, al campicello del suo paese, alla casuccia a cui ha già messo gli occhi addosso, da gran tempo, e che comprerà, tornando ricco a' suoi monti.
Ma chi non aveva mai spinto al di là di quelli neppure un desiderio fuggitivo, chi aveva composti in essi tutti i disegni dell'avvenire, e n'è sbalzato lontano, da una forza perversa! Chi, staccato a un tempo dalle più care abitudini, e disturbato nelle più care speranze, lascia que' monti, per avviarsi in traccia di sconosciuti che non ha mai desiderato di conoscere, e non può con l'immaginazione arrivare a un momento stabilito per il ritorno! Addio, casa natìa, dove, sedendo, con un pensiero occulto, s'imparò a distinguere dal rumore de' passi comuni il rumore d'un passo aspettato con un misterioso timore. Addio, casa ancora straniera, casa sogguardata tante volte alla sfuggita, passando, e non senza rossore; nella quale la mente si figurava un soggiorno tranquillo e perpetuo di sposa. Addio, chiesa, dove l'animo tornò tante volte sereno, cantando le lodi del Signore; dov'era promesso, preparato un rito; dove il sospiro segreto del cuore doveva essere solennemente benedetto, e l'amore venir comandato, e chiamarsi santo; addio! Chi dava a voi tanta giocondità è per tutto; e non turba mai la gioia de' suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande.
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