Si tratta dell’antagonista maschile della storia narrata ne “I Promessi Sposi”.
Un personaggio molto interessante che merita attenzione per il ruolo che ricopre all’interno della vicenda e per il suo particolare valore carico di una connotazione negativa.
Un aspetto che deve essere necessariamente tenuto in considerazione è che l’autore non ha affatto offerto una descrizione fisica di questo personaggio di cui possiamo desumere,quindi, solo le preincipali peculiartià caratteriali e comportamentali. Don Rodrigo incarna molto bene alcuni valori diffusi nel Seicento e la migliore descrizione offertarci del personaggio è quella contenuta nel quinto capitolo in cui padre Cristoforo si reca a palazzo per conferire proprio con lui. Colpisce molto la presentazione fatta del borgo in cui l’abitazione del signorotto si trova. Naturalmente si tratta di una descrizione filtrata dai pensieri del francescano che sta percorrendo le vie di quel piccolo centro abitato che lo condurranno proprio al palazzo. E la decrizione di quegli uomini dall’aria sospettosa e aggressiva e di quelle donne dall’aspetto quasi virile è, di fatto, uno specchio di come lo stesso personaggio di Rodrigo è stato costruito. Lui è un signorotto non esageratamente ricco, ma comunque benestante e abbastanza altolocato da potersi permettere una condotta di vita all’insegna della sbruffonaggine e della malvivenza: ne è una testimonianza il fatto che opera in tutto il cinrcondario compiendo atti di violenza verso la popolazione grazie ad un certo potere d’azione di cui è consapevole e ovviamente compiaciuto.
Ma scendiamo più nel particolare e cerchiamo di comprendere meglio le linee del suo carattere. Rodrigo è una figura vocata, si, al male, ma non in maniera stupida e senza attenzione alla voce della coscienza. Non è dotato di una intelligenza sopraffina, ma cela comunque una prontazza di pensiero degna di nota. Naturalmente dobbiamo far riferimento al suo incontro con Cristoforo giunto a palazzo per discutere della grave questione di Lucia Mondella. Rodrigo, ricordiamolo, si trovava a tavola dove diversi invitati discutevano animatamente di diverse questioni, tra cui la violenta guerra tra Francia e Spagna. Il padrone era certamente interessato alla conversazione, però alla vista del francescano prova inquietudine, disagio, fastidio.
Rodrigo è abituato al comando e alla malizia, per cui saprà nascondere molto bene questi sentimenti nel momento in cui si apparta in un’altra stanza assieme al religioso ostentando la massima cordialità. Ovviamente sappiamo anche come l’incontro si svolge e quale ne sarà l’esito: nell’occasione il padrone di casa non frena assolutamente la sua lingua soprattutto nel momento in cui sa di dover rispondere all’affronto fattogli da Cristoforo. Rodrigo lo mortifica e lo apostrofa affermando che “ non è venuto al mondo con il cappuccio in capo, che il mondo lo ha conosciuto e che ha fatta la sua carovana” con un chiaro riferimento al passato non proprio tranquillo dello stesso religioso. Insomma, il bel carattere forte e agressivo di Rodrigo emerge chiaramente durante questa importante scena.
Ma andiamo avanti. Un elemento che deve essere altrettanto tenuto in considerazione è il rispetto che l’uomo, comunque, ha nei confronti della religione: Rodrigo non nega l’esistenza di Dio, anzi ci crede, ma ne sente la presenza in maniera oppressiva e fastidiosa perché viene sempre a mettersi in mezzo quando un uomo decide di fare qualcosa per il proprio piacere. E questo, naturalmente, accade nel caso di Lucia, che l’uomo ha deciso di avere per se, in cui l’entità celeste si manifesta nelle figura di padre Cristoforo. Comunque, dall’incontro di cui stiamo parlando il signorotto ne esce molto infastidito a causa soprattutto del fatto che un piccolo frate abbia avuto il coraggio di insultarlo e provocarlo direttamente in casa sua: questo è un sintomo del forte senso dell’onore sentito da Rodrigo che si ripercuoterà sensibilmente anche sul nuovo sentimento di rivalsa che quella vicenda stimolerà inevitabilmente in lui. Da li, poi, nasceranno tutte le decisioni relative al rapimento e alla richiesta d’aiuto nei confronti dell’Innominato: dall’incontro con il francescano l’uomo ne è uscito molto turbato, ma la decisione del rapimento è un passo molto lungo che Rodrigo non ha mai compiuto prima; è una decisione nuova a cui non si sente pronto e verso cui sviluppa delle segrete preoccupazioni. Naturalmente è la coscienza ad emergere in lui e a lottare contro la sua caparbia e orgogliosa alterigia.
La fine di questo personaggio che Alessandro Manzoni ci descrive è certamente legata all’aprirsi di quel percorso nella narrazione che muove verso il lieto fine. E ad un personaggio negativo, ad un antagonista di questo calibro non poteva che essere dedicata una morte sofferente e, come può pensare la maggior parte dei lettori, assolutamente meritata.
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