Descrizione di Fra Cristoforo dal testo originale I Promessi Sposi di Manzoni
"Il padre Cristoforo da *** era un uomo più vicino ai sessanta che ai cinquant'anni. Il suo capo raso, salvo la piccola corona di capelli, che vi girava intorno, secondo il rito cappuccinesco, s'alzava di tempo in tempo, con un movimento che lasciava trasparire un non so che d'altero e d'inquieto; e subito s'abbassava, per riflessione d'umiltà. La barba bianca e lunga, che gli copriva le guance e il mento, faceva ancor più risaltare le forme rilevate della parte superiore del volto, alle quali un'astinenza, già da gran pezzo abituale, aveva assai più aggiunto di gravità che tolto d'espressione. Due occhi incavati eran per lo più chinati a terra, ma talvolta sfolgoravano, con vivacità repentina; come due cavalli bizzarri, condotti a mano da un cocchiere, col quale sanno, per esperienza, che non si può vincerla, pure fanno, di tempo in tempo, qualche sgambetto, che scontan subito, con una buona tirata di morso."
Analisi e commento
Il Manzoni ci descrive Fra Cristoforo con il suo solito stile: tocchi precisi che vanno a formare un insieme sommario. Così di Fra Cristoforo non si fa una descrizione dettagliatissima, ma se ne delineano i tratti più importanti e significativi. Nella letteratura romantica, come i paesaggi rispecchiano lo stato d’animo dei personaggi e anzi, ne penetrano la psiche (la tranquilla e quieta passeggiata di Don Abbondio nel capitolo I, oppure il tragitto di Fra Cristoforo per la campagna dove già si sente la mestizia della carestia, nel capitolo IV), anche l’aspetto fisico di una persona serve a delinearne il pensiero, i valori, addirittura quasi la storia.
Questa tecnica risulta evidente nella breve (cap. IV righi 28-41) ma eloquente descrizione di Fra Cristoforo. L’Autore si sofferma innanzitutto sul suo capo raso e la sua corona di capelli da monaco, e subito questi due elementi ci trasmettono l’idea di un uomo votato alla penitenza (il capo raso) e all’umiltà, e ciò costituisce una sorta d’anticipazione della storia del personaggio che sarà per meglio chiarita in seguito. Tralasciando poi tutti gli altri elementi descrittivi superflui (il modo di vestire, la corporatura) l’Autore passa direttamente all’andatura del personaggio (“...s’alzava di tempo in tempo, con un movimento che lasciava trasparire un non so che d’altero e d’inquieto;...”) e all’espressione del volto, con tutti i suoi elementi caratteristici: la barba lunga e bianca, l’espressione grave accentuata dai lunghi digiuni, e gli occhi. Particolarmente a questi è dedicata la descrizione di Fra Cristoforo. Attraverso la descrizione degli occhi, infatti, (“Due occhi incavati eran per lo più chinati a terra, ma talvolta sfolgoravano, con vivacità repentina; come due cavalli bizzarri, condotti a mano da un cocchiere, col quale sanno, per esperienza, che non si può vincerla, pure fanno, di tempo in tempo, qualche sgambetto, che scontan subito, con una buona tirata di morso.”) il Manzoni compie una profonda analisi psicologica del personaggio, trasmettendocene la personalità in tutta la sua vivacità e preannunciandone il carattere. |