Nell’introduzione al romanzo il Manzoni riporta la prima pagina di un manoscritto anonimo del 1600 che finge di aver casualmente ritrovato; questa prima parte risulta scritta in corsivo, con uno stile ampolloso, ricco di immagini bizzarre e metafore, ma non è altro che l’ imitazione parodiata dello stile barocco, fatta dallo stesso autore.
Poiché la storia contenuta nel manoscritto è bella, afferma il Manzoni, ma è scritta in modo incomprensibile per i lettori moderni, la riproporrà con un linguaggio semplice ed attuale, rispettandola e descrivendo con la massima fedeltà il modo di vita di quel secolo del quale egli stesso ha ricercato e raccolto diverse testimonianze storiche.
L’uso di questo espediente narrativo non è nuovo nella letteratura (Ariosto, Cervantes, ecc.) ed ha una sua utilità: serve a presentare i temi fondamentali del romanzo (ideologico, etico, religioso, storico) e a chiarire quale sia la scelta linguistico-stilistica dell’autore; ma serve soprattutto ad introdurre nel testo un nuovo personaggio, l’anonimo, responsabile della storia come il Manzoni lo è della trascrizione, a cui è riservato uno spazio, per eventuali stacchi tra un evento e l’altro o per una pausa riflessiva o ironica, come al Manzoni è riservato il suo “cantuccio”, per dare ulteriori informazioni e per commentare i fatti narrati. |