Scopriamo insieme la struttura che Alessandro Manzoni ha dato alla sua opera e, soprattutto, quali sono le grandi tematiche affrontate e sviluppate all’interno della narrazione attraverso la descrizione degli avvenimenti e dei fatti.
Libertà umana e Provvidenza Divina: i temi centrali In una lettera indirizzata a Monsieur Chauvet Alessandro Manzoni aveva espresso tutta la sua convinzione sul valore che il poeta deve dare alla sua opera letteraria di creazione: il senso dei pensieri comunicati esprimeva la credenza che un poeta detiene il potere di cogliere e trasmettere ad un pubblico vasto i rapporti di causa ed effetto e di anteriorità e di conseguenza che esistono tra avvenimenti apparentemente differenti. La riflessione di Manzoni era finalizzata, quindi, ad avvicinare la figura del letterato a quella dello storico: come quest’ultimo, infatti, un uomo di letteratura può mettere in scena in un romanzo o in un’opera teatrale una parte della storia. Questa breve riflessione sui pensieri e le considerazioni fatte dall’autore de “I Promessi Sposi” è utile a comprendere come l’opera sia effettivamente basata sulla narrazione della storia umana, ossia di eventi fatta di uomini più o meno veri che si legano ad origini storiche più o meno radicate nel passato della terra che ospita le vicende descritte. Il fine perseguito dal Manzoni è quello di dimostrare ai lettori come l’uomo non ha la possibilità di prevedere quello che accadrà in futuro perché la storia, intesa come una concatenazione di eventi, ruota sul costante divenire di rapporti di causa ed effetto ininterrotti. In questo continuo divenire l’autore inserisce il ruolo della Provvidenza che non viene inteso come un freddo destino, ma come la calda e volontà del Padre.: è questa che governa il mondo attraverso gli strumenti della giustizia e della bontà. La vicenda narrata nel romanzo ha inizio in un luogo e in un momento storico indicati: si tratta di un paesino e di un giorno qualsiasi del’600 effettivamente senza senso o rilevanza storica, ma da cui ha si dispiega un meccanismo complicato e molto più grande della semplicità che caratterizza i primi personaggi e i primi avvenimenti. La storia si dispiega allargando la cerchia di personaggi e complicando l’intreccio di fatti fino ad arrivare al punto in cui il groviglio sembra inestricabile. Inoltre, nella fase della narrazione che vede lo scoppio dell’epidemia di peste, la vicenda principale dei due Promessi Sposi sembra quasi passare in secondo piano insieme alle singole storie di tutti gli altri principali protagonisti. E’ solo alla fine che la Provvidenza, intesa come il santo disegno divino, si compie annullando la volontà degli uomini e portando a compimento il suo perenne progetto d’amore.
Il ritmo della narrazione Possiamo affermare che il ritmo de “I Promessi Sposi” si lega a tempi certamente non elevati dettati da un inserimento calcolato dei vari personaggi. Alessandro Manzoni aveva imparato che un inserimento continuo e disordinato dei personaggi all’interno della storia rendeva troppo nervoso il ritmo e spesso impediva la comprensione degli avvenimenti e del senso della narrazione stessa. Così scelse di inserire con cautela i nuovi personaggi accompagnandone l’entrata nella storia con descrizioni e puntualizzazioni utili a facilitare la loro cononoscenza e memorizzazione da parte dei lettori.
Schema narrativo de “I Promessi Sposi” Capitolo I : descrizione del fatto che mette in moto tutta la vicenda. Capitoli II – VIII: i quattro personaggi su cui si impernia tutta la vicenda entrano definitivamente nella storia. Capitoli IX – XIX: i protagonisti vengono dispersi in un insieme vasto di avvenimenti anche di rilevanza storica per tutto il territorio che contesto della vicenda. Capitoli XX – XXVI: due nuovi personaggi ( Innominato e cardinale Borromeo) divengono i soggetti centrali di questa fase della narrazione. Capitoli XXVII – XXXIII: la peste viene a caratterizzare la storia narrata e a condizionre tutti gli eventi: anche in questa fase le vicende dei quattro protagonisti si disperdono in quello che è un quadro narrativo più ampio e generale. Capitoli XXXIII - XXXIV: l’autore si sofferma nella descrizione della situazione dei quattro protagonisti all’interno della vicenda della peste. Capitoli XXXVI – XXXVI: il lazzaretto di Milano vede radunati i quattro protagonisti in un momento della narrazione in cui la pestilenza assume un volto meno drammatico e più umano. Capitoli XXXVII – XXXVIII: la soluzione finale si concretizza. Inoltre la storia si protrae ancora un po’ così da offrire ai lettori una visione del quadro familiare costruito dai protagonisti.
I quattro temi fondamentali La Religione: il tema è sviluppato attorno agli interrogativi circa l’esistenza di Dio ed è argomentato attraverso la costruzione di eventi e fatti che descrivendo esempi di sofferenza e dolore vogliono portare il lettore alla riflessione circa la natura di Dio e della Provvidenza divina. La Morale: l’inserimento di contenuti morali all’interno della narrazione passa attraverso la descrizione di atti di violenza, ingiustizia, sopruso cui sono oggetto soprattutto i più deboli e semplici uomini. La morale della storia ruota intorno ad interrogativi circa la qualità della cosiddetta giustizia e sul tentativo di comprensione delle ragioni che sono dietro l’oppressione e la prepotenza. La Politica: hanno i popoli diritto alla libertà e all’indipendenza? Questo è l’interrogativo a cui la storia risponde specificando che un popolo oppresso non ha la possibilità di vivere felice e in piena autonomia.
I motivi del romanzo. Il motivo del sopruso è il primo a fare il suo ingresso nella narrazione: lo portano con loto i bravi di Don Rodrigo che avanzano le minacce ai danni del povero Don Abbondio: da lui, poi, la forza dell’oppressione si trasferisce anche nei confronti dei promessi sposi Renzo e Lucia. Interessante è segnalare anche la rilevanza assunta del motivo della fedeltà che i personaggi religiosi hanno, o meno, per il ruolo che riscoprono: naturalmente una voce importante viene ad essere il confronto indiretto tra La Monaca di Monza, esempio, di trasgressione, e Padre Cristoforo esempio di imperturbabilità. Il motivo del perdono, invece, si lega alla richiesta che Cristoforo avanza ai familiari dell’uomo da lui ucciso, alla richiesta di perdono avanzata dall’Innominabile a Lucia nonché l’importante concessione di perdono che Renzo fa a favore del moribondo Rodrigo. |