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La carestia ne I Promessi Sposi

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Category: Carestia



Provocata dall’andamento delle stagioni e dalla scarsità dei prodotti dell’agricoltura, ne I Promessi Sposi la carestia è una componente importante della vicenda narrata. Scopriamo insieme i particolari della carestia che colpisce la scena della storia.

I primi segni di questa iportante carestia vengono scorti già dal quarto capitolo quando, seguendo padre Cristoforo nel suo spostamento dal convento verso la casa di Agnese e Lucia, viene fatta la descrizione di alcuni mendicanti laceri e macilenti.
Naturalmente in altre occasioni la carestia si palesa in tutta la sua gravità. 
Alessandro Manzoni ci parla ne I Promessi Sposi della carestia prima nella sua portata generale, in quelli che sono i suoi meccanismi che si abbattono inevitabilmente sulla vita della popolazione, quindi continua con la descrizione dei suoi effetti psicologici sulla gente e sugli uomini di governo.
La carestia è causata dalla scarsità di grano: se questo viene a mancare, si riduce il sostentamento per la popolazione che viene irrimediabilmente a trovarsi senza l’alimento principe. 
Un aspetto molto interessante che emerge dal romanzo è come l’uomo, nonostante siano palesi le cause naturali della situazione di carestia, non si arrenda davanti all’evidenza andando altresì a cercare la ragione di tanta sfortuna in cause di natura malvagia e soprannaturale.
Al tempo della storia narrata dal Manzoni, comunque, la ragione diffusa e legata alla carestia è la volontà dei fornai che sembrano essere i malfattori verso cui puntare il dito a causa, soprattutto, dell’avidità e dell’innata volontà di guadagno. Ne deriverebbero comportamenti criminosi come l’ipotesi di veri e propri nascondigli stracolmi di grano lasciato marcire.
E questa è una credenza diffusa non solo tra la gente ignorante, bensì tra la maggioranza della popolazione. 
Nei tumulti del giorno di San Martino descritti dal Manzoni la gente mette in pratica un’idea universalmente condivisa: la messa al bando dei presunti colpevoli avrebbe potuto favorire l’allontanamento della carestia grazie al ritrovamento del grano scomparso. Insomma, si tratta della solita ricerca del capro espiatorio.