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Introduzione Promessi Sposi PARAFRASI della prima parte

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Category: Promessi Sposi: Capitoli: Introduzione



PARAFRASI


La storia si può definire una importante guerra contro il tempo, perché privandolo degli anni che sono ormai suoi prigionieri, già morti, li richiama in vita, li passa in rassegna e li schiera di nuovo in battaglia. Gli storici che in tale lotta raccolgono grandi successi e gloria, tolgono al tempo soltanto i bottini più ricchi, perché raccontano e ricordano con i loro scritti solamente le imprese dei principi, dei potenti e dei personaggi illustri, ricamando con l’ago finissimo del loro ingegno le trame preziose, d’oro e di seta, che disegnano l’ordito senza fine delle nobili azioni. Al mio debole ingegno, però, non è lecito sollevarsi ad argomenti di tale altezza e sublimità ed aggirarsi tra gli intrighi e le tortuosità politiche e lo squillo delle trombe da guerra: tuttavia, poiché ho avuto notizia di fatti memorabili, anche se capitarono a poveri operai, di umile ceto sociale, mi accingo a lasciarne memoria ai posteri, facendone uno schietto e genuino racconto , ossia una relazione. In essa si vedranno rappresentate, in uno spazio limitato, luttuose tragedie di orrori e scene di grande malvagità, mescolate ad azioni virtuose e ad atti di bontà angelica, opposti alle azioni diaboliche. E veramente, considerando che questi nostri paesi sono sotto la protezione del re Cattolico (Filippo IV re di Spagna), sole che mai tramonta, e che su di essi risplende di luce riflessa, come una luna mai calante, l’eroe di nobile stirpe (don Gonzalo Fernandez de Cordoba, il governatore di Milano) che temporaneamente lo rappresenta e che gli illustri senatori, come stelle fisse, e i magistrati, come pianeti erranti, diffondono luce dovunque, formando così uno splendido cielo, non si può trovare altra causa del vederlo così trasformato in un inferno di azioni tenebrose, malvagità e crudeltà compiute sempre in maggior numero da uomini temerari, se non l’intervento di forze diaboliche, dal momento che la sola malvagità umana non sarebbe in grado di resistere a tanti eroi che, con cento occhi come Argo e cento braccia come Briareo, si danno da fare per il bene pubblico. Per cui narrando questi fatti avvenuti al tempo della mia giovinezza, sebbene la maggior parte delle persone che vi agiscono siano morte, pagando il loro tributo alle Parche, tuttavia, per un giusto rispetto tacerò i loro nomi, cioè la loro famiglia, e lo stesso farò dei luoghi indicando solamente in modo generico i territori. Nessuno dirà che questa sia un’imperfezione del racconto o una deformità della mia opera, a meno che questo critico non sia del tutto digiuno di filosofia: infatti gli uomini esperti di essa vedranno che nulla mancherà alla sostanza della narrazione. Perché, essendo cosa evidente e da nessuno negata che i nomi non sono altro che puri accidenti...


TESTO ORIGINALE

"L'Historia si può veramente deffinire una guerra illustre contro il Tempo, perché togliendoli di mano gl'anni suoi prigionieri, anzi già fatti cadaueri, li richiama in vita, li passa in rassegna, e li schiera di nuovo in battaglia. Ma gl'illustri Campioni che in tal Arringo fanno messe di Palme e d'Allori, rapiscono solo che le sole spoglie più sfarzose e brillanti, imbalsamando co' loro inchiostri le Imprese de Prencipi e Potentati, e qualificati Personaggj, e trapontando coll'ago finissimo dell'ingegno i fili d'oro e di seta, che formano un perpetuo ricamo di Attioni gloriose. Però alla mia debolezza non è lecito solleuarsi a tal'argomenti, e sublimità pericolose, con aggirarsi tra Labirinti de' Politici maneggj, et il rimbombo de' bellici Oricalchi: solo che hauendo hauuto notitia di fatti memorabili, se ben capitorno a gente meccaniche, e di piccol affare, mi accingo di lasciarne memoria a Posteri, con far di tutto schietta e genuinamente il Racconto, ouuero sia Relatione. Nella quale si vedrà in angusto Teatro luttuose Traggedie d'horrori, e Scene di malvaggità grandiosa, con intermezi d'Imprese virtuose e buontà angeliche, opposte alle operationi diaboliche. E veramente, considerando che questi nostri climi sijno sotto l'amparo del Re Cattolico nostro Signore, che è quel Sole che mai tramonta, e che sopra di essi, con riflesso Lume, qual Luna giamai calante, risplenda l'Heroe di nobil Prosapia che pro tempore ne tiene le sue parti, e gl'Amplissimi Senatori quali Stelle fisse, e gl'altri Spettabili Magistrati qual'erranti Pianeti spandino la luce per ogni doue, venendo così a formare un nobilissimo Cielo, altra causale trouar non si può del vederlo tramutato in inferno d'atti tenebrosi, malvaggità e sevitie che dagl'huomini temerarij si vanno moltiplicando, se non se arte e fattura diabolica, attesoché l'humana malitia per sé sola bastar non dourebbe a resistere a tanti Heroi, che con occhij d'Argo e braccj di Briareo, si vanno trafficando per li pubblici emolumenti. Per locché descriuendo questo Racconto auuenuto ne' tempi di mia verde staggione, abbenché la più parte delle persone che vi rappresentano le loro parti, sijno sparite dalla Scena del Mondo, con rendersi tributarij delle Parche, pure per degni rispetti, si tacerà li loro nomi, cioè la parentela, et il medesmo si farà de' luochi, solo indicando li Territorij generaliter. Né alcuno dirà questa sij imperfettione del Racconto, e defformità di questo mio rozzo Parto, a meno questo tale Critico non sij persona affatto diggiuna della Filosofia: che quanto agl'huomini in essa versati, ben vederanno nulla mancare alla sostanza di detta Narratione. Imperciocché, essendo cosa evidente, e da verun negata non essere i nomi se non puri purissimi accidenti..."